Al di là di definizioni generiche, nonostante una base teorica, si sondano la natura e lo status dell'irreale inquietante, così come la sua ricezione, la storia della sensibilità e gli esempi maggiori, come l'opera del soprannaturale in James, l'estetica barocca in William Beckford o la poetica dell'impotenza in De Quincey: è un'esplorazione delle modalità di rappresentazione dell'irrappresentabile sia dal lato dell'eccesso (barocco e fanatasmagoria) che della mancanza (il testo mancante). La fonte dell'espropriazione era il fondamento gotico dell'usurpazione e della perdita prima dell'emergere del "neogotico". Dalla lettura freudiana allo strutturalismo, il desiderio di definire la natura dell'irreale si è scontrato con un fenomeno di stranezza impermeabile alla spiegazione. Si pone il discorso moderno dell'alienazione, e il legame stabilito attraverso i secoli per illuminare la funzione coerente dell'irreale inquietante. Il libro è al crocevia della letteratura inglese del secolo romantico, del suo futuro, della storia delle scelte estetiche e delle opzioni teoriche.