Uno degli scritti che ha avuto una certa "fortuna", attraverso i secoli, uno degli pseudoepigrafi più influenti della storia del pensiero occidentale, è il Corpus Dionysiacum, il cui autore scrive intorno al VI sec., attribuendosi l'identità di Dionigi, pagano convertito al cristianesimo dopo la visita di Paolo alla città di Atene. Il testo forse più commentato nel corso dei secoli è stato il De coelestis hierarchia, il cui pensiero teologico è un punto di riferimento per buona parte dei pensatori medievali occidentali. Il "simbolo", centrale nelle pagine di quest'opera, diviene la "buona sorte" nell'Occidente latino con Giovanni Scoto e la sua Expositiones in Ierarchiam Coelestem, in cui vengono commentate le due accezioni, quella intelligibile e quella sensibile. Questo percorso unisce idealmente due personaggi, l'autore Anonimo del Corpus Dionysiacum e l'irlandese Giovanni Scoto del IX sec. d.C., i quali, seppur lontani nel tempo, sono vicini per la riflessione e l'ampliamentodi quelle intuizioni che faranno la "fortuna" del Medioevo.
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