"L'ora del tramonto" vuole alludere al tramonto di una civiltà miope che, trincerata dietro l'intrico delle sue leggi, non sa più distinguere tra bene e male? O forse si tratta del tramonto di un mondo in cui la lotta per la sopravvivenza rende gli uomini simili ai lupi famelici che ha cacciato dalle sue montagne? O invece il tramonto è quello della saggezza che permetteva agli uomini di vedere oltre la morte? Mi sarebbe piaciuto intitolare questo libro "De rerum occasus" facendo il contrappunto al "De rerum natura" di Tito Lucrezio Caro, ma sono ormai persuaso che nessun uomo sia pronto a considerare la propria vita condizionata dal tramonto, per quanto improbabile e lontano, e che a poco servano le medicine contro il mal di vivere, epicuree o di altra natura.
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