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Il titolo di questo scritto è abbastanza chiaro: un anno, il 2020, di cui avremmo fatto tutti volentieri a meno. Che cosa è successo lo sappiamo. Come andrà a finire, purtroppo, ancora no. Se, come tutti ci auguriamo, finirà, come sarà il nostro futuro? Quali conseguenze ci lascerà? Quelle fisiche e quelle economiche sono evidenti. Ma le ferite psicologiche saranno rimarginabili nei bambini, negli adolescenti, negli adulti e negli anziani? Il distanziamento sociale, patito e subito, ci lascerà dei segni? Ne usciremo sfiniti o migliorati? Che uso faremo tutti di questa terribile esperienza?

Produktbeschreibung
Il titolo di questo scritto è abbastanza chiaro: un anno, il 2020, di cui avremmo fatto tutti volentieri a meno. Che cosa è successo lo sappiamo. Come andrà a finire, purtroppo, ancora no. Se, come tutti ci auguriamo, finirà, come sarà il nostro futuro? Quali conseguenze ci lascerà? Quelle fisiche e quelle economiche sono evidenti. Ma le ferite psicologiche saranno rimarginabili nei bambini, negli adolescenti, negli adulti e negli anziani? Il distanziamento sociale, patito e subito, ci lascerà dei segni? Ne usciremo sfiniti o migliorati? Che uso faremo tutti di questa terribile esperienza?
Autorenporträt
L'autore Roberto Sbrana, classe 1950, si appassiona alla Sociologia, laureandosi a Pisa nel '74. Inizia a lavorare in qualità di Assistente del Prof. Silvano Burgalassi all'Università Cattolica di Milano ed al C.I.M. (Centro Igiene Mentale - Amministrazione Provinciale della Spezia) nato dall'applicazione della Legge Basaglia sull'abolizione dei Manicomi. E' qui che si innamora dell'altra disciplina della sua vita, laureandosi quindi anche in Psicologia all'Università di Padova. Nel 1980 nascono le U.S.L. e si trasferisce a Sarzana (Sp). Negli stessi anni viene eletto nel Consiglio Comunale di Sarzana. Quando viene promulgata la Legge 56 del 1989, istitutiva della professione di Psicologo e di Psicoterapeuta, viene eletto nel Primo Consiglio Regionale dell'Ordine degli Psicologi Liguri a Genova. Svolge attività sindacale in qualità di Segretario Provinciale dell'A.U.P.I., primo sindacato di categoria degli psicologi, firmatario del Contratto nazionale della Sanità. Consulente del Ministero della Giustizia presso la Corte di Appello di Genova, in applicazione della Legge 354/75 (Ordinamento Penitenziario) opera presso la Casa di Reclusione di Massa e la Casa Circondariale della Spezia. Lavora presso il S.E.R.T. di Sarzana (Servizio Tossicodipendenze ASL 5 Spezzino) e dà vita al primo Servizio Tossicodipendenze interno al Carcere della Spezia, di cui è Direttore Responsabile, sino al pensionamento, avvenuto nel maggio 2008. Docente a contratto di Psicologia della Devianza e di Psicologia di Comunità, Organizzazione e Territorio presso l'Università degli Studi di Genova, attualmente è titolare del Laboratorio sul Ruolo dello Psicologo in Carcere presso la stessa facoltà. Consulente Civile e Penale presso il Tribunale di La Spezia, esercita la Libera Professione come Psicoterapeuta ad Orientamento Psicodinamico. Autore di diversi libri sulla marginalità come "Mettere in galera e buttare via le chiavi" (2014), "Mi chiamo Giuseppe, ma non sono il Santo" (2015), "I rei folli cambiano casa: dagli O.P.G. alle R.E.M.S." (2016), "Stranieri in carcere e proselitismo, una ricerca qualitativa" (2018), "Ricominciamo a parlare di droghe" (2018), "Professione Psicologo" (2019), "Quello che non ho, ma che potrei riavere" (2020). Ha pubblicato inoltre un romanzo "Giacomo" (2019) e un racconto retrospettivo "Erano gli anni 60 e noi c'eravamo: gli H2SO4" (2012).