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Questo studio è una riflessione sull'ambiguità degli stati melanconici, che sono vettori di creazione, ma che ostacolano anche la rievocazione di eventi di vita a causa di rotture nelle catene della memoria. Questo secondo filone è stato oggetto di grandi controversie in ambito teorico e clinico. Si parte dal pensiero aristotelico sul perché uomini eccezionali, geni, poeti, scienziati, tra gli altri, attraversino stati melanconici, ma che, in situazioni estreme, ricorrano a sbocchi creativi. Si fa una distinzione tra le forme di sofferenza derivanti dalla perdita, sottolineando l'aspetto della…mehr

Produktbeschreibung
Questo studio è una riflessione sull'ambiguità degli stati melanconici, che sono vettori di creazione, ma che ostacolano anche la rievocazione di eventi di vita a causa di rotture nelle catene della memoria. Questo secondo filone è stato oggetto di grandi controversie in ambito teorico e clinico. Si parte dal pensiero aristotelico sul perché uomini eccezionali, geni, poeti, scienziati, tra gli altri, attraversino stati melanconici, ma che, in situazioni estreme, ricorrano a sbocchi creativi. Si fa una distinzione tra le forme di sofferenza derivanti dalla perdita, sottolineando l'aspetto della malinconia come porta d'accesso alla creazione. Comprendiamo che c'è un'oscillazione nell'uomo che vive un'esperienza di stati melanconici, in cui c'è uno spazio in cui, a un estremo, c'è la miseria, il deprezzamento e la rovina; all'altro, c'è lo splendore, nella misura in cui c'è la creazione con il potenziale di elaborazione. Crediamo che l'uomo, pressato da stati malinconici, possa lasciare testimonianze del suo passaggio attraverso lo stato di oscurità.
Autorenporträt
Sie hat einen Abschluss in Psychologie von der Universität Gama Filho, eine Spezialisierung in Psychoanalyse und psychischer Gesundheit von der Staatlichen Universität Rio de Janeiro, einen Master und einen Doktortitel in sozialem Gedächtnis und arbeitet als Postdoktorandin an der Bundesuniversität des Bundesstaates Rio de Janeiro. Im Jahr 2015 veröffentlichte sie das Buch Trauma, Erinnerung und Gewalt.