La crisi globale e i suoi effetti sociali, politici ed economici hanno prodotto in particolare in Italia una reazione filosofica dai tratti ambigui: la difesa e il recupero di una rinnovata forma di sobrio realismo rispetto alla negazione postmoderna dell indipendenza del "mondo esterno" e della sua "inemendabilità". Se può essere vero che alcuni esponenti di un tale "antirealismo" hanno portato a una socializzazione anche degli oggetti "naturali", il "neorealismo" tende però a naturalizzare quelli "sociali": l adeguatezza epistemologica all oggetto conosciuto sfocia facilmente in un adeguazione socio-politica alla realtà storica, sociale ed economica, che diventa immodificabile nella sua inscalfibile "solidità". Per superare entrambe le prospettive e mostrarne l intima complementarietà, il testo - rivolto al pubblico universitario e ai cittadini animati da spirito critico - propone un approccio antropologico e filosofico, che consente di delineare un "neoidealismo" o "neoirrealismo", per il quale ciò che ci rende umani è la relazione mediata con la realtà. A ben vedere dunque, la realtà per gli animali umani si presenta con il carattere fondamentale della "emendabilità".