Questo libro rivela la deformazione cronologica del linguaggio e il suo potere di plasticità e infinità. Attraverso il suo potere evocativo, può suggerire la vita e la morte, l'infelicità e la felicità allo stesso tempo. Può persino farci vedere il vuoto, il nonsenso e la lacuna. In questa ricerca, vediamo come il linguaggio tenda a essere sostituito dal monologo interiore e dal silenzio. Viene poi adottato un approccio sintetico, che sottolinea la somiglianza tra Le nozze di Figaro e La fine del gioco, per giustificare il motivo del loro avvicinamento e semplificare l'applicazione di un approccio analitico. Il libro analizza anche i meccanismi linguistici delle Nozze di Figaro, che contribuiscono all'aspetto comico e persino tragico di questa opera. Inoltre, evidenzia il decadimento verbale e paraverbale in Fin de partie di Samuel Beckett. Vedremo anche come Beckett abbia mostrato la nozione di incomunicabilità attraverso i meccanismi del linguaggio e come la scrittura beckettiana tenda instancabilmente a resistere tra dramma e commedia e a mettere il lettore in una ossessionante ignoranza, continuando comunque ad attrarlo fino alla fine dell'opera.
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