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Nel mutato contesto socio-economico, politico e culturale della Cina post-maoista, il linguaggio del discorso politico cinese subisce rapide e profonde trasformazioni. Gli slogan usati dal Partito Comunista Cinese tendono a una graduale depoliticizzazione e, in essi, alla retorica marxista-leninista si affiancano sempre più riferimenti al repertorio della cultura tradizionale cinese. Il "sogno cinese" promosso dall'attuale presidente Xi Jinping è piena espressione di questa tendenza. Tuttavia, resta ancora da comprendere quale sia la motivazione che soggiace all'adozione di un universale…mehr

Produktbeschreibung
Nel mutato contesto socio-economico, politico e culturale della Cina post-maoista, il linguaggio del discorso politico cinese subisce rapide e profonde trasformazioni. Gli slogan usati dal Partito Comunista Cinese tendono a una graduale depoliticizzazione e, in essi, alla retorica marxista-leninista si affiancano sempre più riferimenti al repertorio della cultura tradizionale cinese. Il "sogno cinese" promosso dall'attuale presidente Xi Jinping è piena espressione di questa tendenza. Tuttavia, resta ancora da comprendere quale sia la motivazione che soggiace all'adozione di un universale ideologico e di una retorica così distanti da quelli marxisti-leninisti: la metafora del "sogno" cosa nasconde in realtà? Scopo del presente studio è quello di individuare, ove possibile, una risposta a tale interrogativo.
Autorenporträt
Beatrice Gallelli è dottoranda del corso di Studi sull¿Asia e sull'Africa presso l¿università Cä Foscari di Venezia.I suoi interessi di ricerca si focalizzano sul discorso politico cinese contemporaneo e, in particolare, sull¿evoluzione della retorica politica in relazione ai cambiamenti della realtà sociale.