La mobilità umana è lo spostamento di persone nello spazio, ovvero il trasferimento da un territorio all'altro di identità etno-culturali e pratiche sociali, indissolubili dai corpi stessi delle persone che si spostano. Radicata nelle morfologie sociali degli spazi che coinvolge, la migrazione è di per sé un fenomeno politico, dal momento che rappresenta un piano orizzontale di scelte individuali e di gruppo in grado di intersecare ortogonalmente il piano verticale che è l'assetto territoriale precostituito di uno Stato. Talvolta in maniera conflittuale, talaltra - ma di certo più raramente - in maniera più distesa, la migrazione comporta la necessità di riorganizzare gli equilibri sociali, economici e giuridici dello Stato verso il quale si dirige, perché inietta nel territorio una dose di alterità al quale spesso gli attori sociali non sono, o non sembrano, pronti. Le contraddizioni geografiche e giuridiche del perimetro turco offrono spunti interessanti per accostare l'analisidegli scenari migratori delle frontiere europee alla turbolenta geopolitica dell'Unione Europea.