Il contesto di risorse limitate, il basso reddito della popolazione e il numero insignificante di professionisti coinvolti nella cura dei pazienti con lesione al midollo spinale, compromette in larga misura gli sforzi volti alla facilitazione motoria e alla valutazione delle carenze neuro-motorie. Lo scopo di questo studio, condotto da gennaio 2012 a dicembre 2016, è stato quello di determinare il livello di indipendenza funzionale dei pazienti con lesione al midollo spinale nel periodo successivo alla dimissione, al fine di trarre conclusioni pratiche. L'individuazione di alcuni disturbi legati alla lesione del midollo spinale mediante lo SCIM III ne consente la gestione. Lo studio ha coinvolto 20 pazienti sopravvissuti alle condizioni inadeguate nel periodo successivo alla dimissione, di cui 16 uomini e 4 donne (70% paraplegici e 30% tetraplegici); dei 30, sono stati ricoverati in neurochirurgia e seguiti in medicina riabilitativa. Per l'OMS, la lesione del midollo spinale non è inevitabile e quindi evitabile; non può condannare a morte queste vittime, che possono sopravvivere con adattamenti a una nuova vita; le vittime possono sperare in una migliore qualità di vita ed essere utili alla società.