Pervase dalla loro unicità ed autenticità tipicizzata, le detective stories vittoriane sembrano avere un filo "rosso sangue" che le accomuna. Attraverso la lettura contestualizzata di una serie di short stories di detection del XIX secolo contenuta nell'antologia di Michael Cox e scelta come database, si è tentato di stabilire una serie di elementi ricorrenti - ovvero invarianti - che si possono individuare facilmente in tutti i racconti. Ad esempio il crimine viene perpetrato in casa, preferibilmente nella stanza da letto della vittima, che molto spesso è una donna ma che si rivela anche assassina e si contrappone quindi alla rassicurante immagine vittoriana della donna angelo del focolare domestico. Chi indaga è il detective: a volte professionista, a volte improvvisato e coadiuvato, a volte ricorre al travestimento e quasi sempre al metodo induttivo. Sono proprio questi detectives, molti di minore fama dei colleghi coevi Holmes o Dupin, che conducono il lettore verso punti di snodo centrali e ripetuti sui quali si poggia l'intera struttura della detective fiction ottocentesca. A fare da cornice è l'Inghilterra della criminalità al volgere del secolo.
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