Gli effetti prodotti dalle multinazionali estere sul mercato del lavoro italiano costituiscono uno dei principali temi al centro dell'attuale dibattito di politica economica. La letteratura scientifica e le misure di policy sono state a lungo dominate da una visione positivistica, basata sulla superiorità tecnologica ed organizzativa delle multinazionali estere. Contributi più recenti supportano invece una visione più selettiva che riconosce un ruolo positivo alle multinazionali estere solo a determinate condizioni: motivazioni e comportamenti dell'investitore estero orientati a cumulare nuove conoscenze e capacità del tessuto produttivo nazionale di assorbire e generare a sua volta nuove conoscenze e competenze. In questo contesto, la sostanziale assenza di una regolamentazione a livello transnazionale che limiti il potere decisionale delle multinazionali costituisce un forte vincolo per i paesi di investimento. Il quadro è completato da alcuni innovativi approfondimenti empirici, sia a livello nazionale che europeo, finalizzati a contestualizzare ed approfondire rispetto al caso italiano quanto emerso dalla rassegna della letteratura teorica ed empirica internazionale.