L'immigrazione italiana nello Stato di Rio Grande do Sul iniziò nel 1874, ma solo all'inizio del 1877 fu inviata la prima spedizione di immigrati destinati a colonizzare il nucleo di Silveira Martins, che è conosciuto come la Quarta Colonia dell'Immigrazione Italiana nel Rio Grande do Sul. Gli immigrati portarono con sé tutta la loro cultura e i loro valori che, ordinati, formarono l'asse del patrimonio culturale dell'immigrazione: al primo posto, la famiglia, al secondo il valore economico e sociale, al terzo la religiosità e infine, al quarto posto, la lingua, perché è la lingua che sostiene l'identità culturale di un popolo. La lingua parlata dagli immigrati, contrariamente a quanto può sembrare, non era l'italiano come lo conosciamo oggi, c'erano diversi dialetti che si mescolavano per formare la lingua taliana. Dal 2009 è stata approvata una legge che riconosce questa lingua come patrimonio storico e culturale dello Stato di Rio Grande do Sul. È quindi necessario che questa lingua rimanga viva. Ma dove possiamo conservare una lingua, patrimonio immateriale di un popolo? Da questa domanda nasce l'idea di un museo della lingua taliana. Il luogo scelto per il progetto è il Conjunto Arquitetônico da Pompeia, a Silveira Martins.
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