Contrariamente a quanto accade nelle capitali europee dell'avanguardia musicale elettroacustica (Parigi, Colonia, Milano), a Roma non è operante negli anni Sessanta un grande centro istituzionale che convogli e organizzi l'attività dei compositori. Sono invece attivi numerosi piccoli studi, le cui attività sono spesso correlate alla produzione di musica per la radio, il cinema e la televisione. Questa policentricità, nonché un legame preferenziale con l'avanguardia proveniente dagli Stati Uniti e incarnata dalla presenza di numerosi compositori americani, sembra essere la cifra distintiva dell'identità elettroacustica romana. In questo saggio viene privilegiata, più che l'analisi di opere e linguaggi, la storia delle aggregazioni e delle motivazioni estetiche e materiali che ne determinarono la formazione, attraverso una panoramica degli studi attivi fra il 1957 e il 1973.
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