Gli imperatori mughal si dimostrarono all'avanguardia non solo dal punto di vista politico e militare, unificando sotto il loro dominio quasi l'intero subcontinente indiano, ma anche dal punto di vista artistico. Sovrani musulmani di una popolazione in maggioranza non islamica, come leader cercarono di incarnare il modello di sovranità per eccellenza proveniente dalla Persia preislamica associandolo al concetto messianico ripreso dal culto cristiano. Ben consci della scelta dei propri modelli di riferimento, i Mughal, furono in grado di patrocinare un'ampissima produzione artistica volta all'autorappresentazione e all'autocelebrazione, tramite l'utilizzo di simboli ed allegorie costruite ad hoc negli atelier imperiali. Solo geograficamente lontani dall'Europa, questi sovrani contrassero con il Vecchio Continente un debito artistico e culturale enorme. Con l'arrivo delle prime spedizioni gesuite, all'interno degli atelier indiani andava sempre più diffondendosi l'utilizzo di tecniche, modelli ed iconografie introdotte dal contatto con l'occidente ed adattate successivamente alle esigenze di propaganda imperiale dell'imperatore in carica.