In questa silloge la poetessa Izabella Teresa Kostka si fa araldo di denuncia del peccato e sonda la condizione umana in tutte le forme della sua gravità, nell'abisso della disperata lontananza dall'Amore e dal Bene. E' una realtà che tocca la nota più dolente, le piaghe dell'anima, una realtà scomoda eppure evidente. La silloge si conclude con il post scriptum: cosciente dell'incoscienza, conoscendo l'ottusa lontananza dal Bene, è l'ultima riga a salvare tutto questo percorso, la preghiera: un invito che confida nella Grazia che sola può salvare l'umanità "sbagliata" delle anime. Lucia Lanza Antologica Atelier Edizioni
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