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I Fratelli Treves, editori in Milano, pubblicarono nel 1915 i messaggi ed i discorsi pubblici di Gabriele D'Annunzio, che il poeta fece nel maggio di quell'anno, ad incitamento e sostegno dell'entrata in guerra dell'Italia. Il testo usato per la sua riedizione è quello della quarta ristampa del 1920. Gabriele D'Annunzio il 5 maggio 1915 si era recato a Genova per inaugurare sullo scoglio di Quarto un monumento ai Mille. Il libro raccoglie quanto a Genova fu detto dal poeta, in particolare il discorso di violento incitamento alla guerra per la "resurrezione" e "integrazione" della patria. Nella…mehr

Produktbeschreibung
I Fratelli Treves, editori in Milano, pubblicarono nel 1915 i messaggi ed i discorsi pubblici di Gabriele D'Annunzio, che il poeta fece nel maggio di quell'anno, ad incitamento e sostegno dell'entrata in guerra dell'Italia. Il testo usato per la sua riedizione è quello della quarta ristampa del 1920. Gabriele D'Annunzio il 5 maggio 1915 si era recato a Genova per inaugurare sullo scoglio di Quarto un monumento ai Mille. Il libro raccoglie quanto a Genova fu detto dal poeta, in particolare il discorso di violento incitamento alla guerra per la "resurrezione" e "integrazione" della patria. Nella seconda parte il libro raccoglie i discorsi romani quando, come ricordato, non esitò ad incitare i presenti al linciaggio del neutralista Giovanni Giolitti. Il libro ancora raccoglie la dichiarazione di guerra ed il messaggio del re Vittorio Emanuele III ai soldati.
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Autorenporträt
Nato a Pescara nel 1863, compose il suo primo libro di versi "Primo Vere" a soli 16 anni. Fu uno degli interpreti più abili delle correnti di pensiero e delle mode letterarie europee, tra le quali l'esasperato sensualismo, l'estetismo raffinato e paganeggiante ("Il Piacere", 1889), la tendenza ad ignorare la realtà sociale a favore di un mondo spirituale elevato ed esclusivo. Riuscì quindi a proporsi con successo sia nel mondo letterario che in quello mondano, mettendo in atto quell'estetismo (non privo di scandali e polemiche) che il Decadentismo europeo aveva da poco concepito. Terminata la I Guerra Mondiale, il suo gusto per i grandi gesti lo portò ad occupare Fiume insieme con un gruppo di volontari. La sua attività politica, quella mondana (tra cui spicca la relazione con Eleonora Duse) e quella letteraria fecero di D'Annunzio una sorta di "maestro di costume". Morì nel 1938 nella sua villa di Gardone Riviera, sul lago di Garda.