Si analizza il rapporto tra Plauto, importante esponente della commedia latina, e i suoi modelli della commedia nuova greca, in particolare Difilo e Filemone, focalizzando l attenzione sulla parodia e anche quella tragica che era quasi assente in Menandro. Considerato il rapporto che si instaura con i modelli greci, si tenta di risalire, seguendo questi aspetti, alla precedente produzione comica, della commedia di mezzo e antica, fino a trovare dei punti di contatto con tematiche della tragedia greca, dal cui confronto nasce la parodia tragica. La questione su un ipotetica linea di continuità che dalla tragedia greca, e in particolare Euripide, attraverso la commedia antica, di mezzo e nuova, giunga fino al commediografo latino Plauto incontra serie difficoltà, nate dal fatto che, soprattutto per la produzione comica della néa, ci sono poche certezze e pochi punti di riferimento da cui partire. Infatti, per la produzione di Difilo e Filemone, a cui spesso Plauto fa riferimento nei prologhi delle sue commedie riguardo al modello a cui si sarebbe ispirato, ci restano soltanto una serie di frammenti, che Kassel-Austin hanno mirabilmente raccolto nei Poetae Comici Graeci.