Pubblicato nel 1846, ""Povera gente"" è uno dei romanzi del ""primo periodo"" di Dostoevskij, in cui l'eredità del ""sentimentalismo"" si avverte con una certa intensità, come si avvertono pure le idee della ""scuola naturale"" e l'influenza della poetica dell'impegno di Belinskij e dei socialisti utopisti, per i quali Dostoevskij aveva in quel periodo un forte interesse. La trama è semplice, se si può parlare di trama: il romanzo è di tipo ""epistolare"" (il che è un segno del suo legame con il tipico romanzo sentimentale della fine del '700 e dell'inizio dell'800). Makar Devuskin, un umilissimo impiegato, e Varen'ka Dobrosjolova, che vive di fronte alla cameretta di Devuskin, si mandano lettere. Attraverso queste lettere l'autore ci informa sulla vita passata di Devuskin e della fanciulla, e sulla vita presente.
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