Il Paese non cresce come i principali partner europei. Per questo deve sviluppare un grande sforzo per aumentare la qualità dello sviluppo in forma duratura e stabile. Senza rincorrere modalità di crescita di breve termine alimentate da debito ma sostenute invece da incrementi costanti di produttività cognitiva. Realizzando prodotti avvolti in strati complessi di servizi, conoscenze e reti per alzarne qualità, reputazione, innovatività, riconoscibilità sui mercati entro logiche di filiera, networking e piattaforma. Stimolando una elevata qualità dei contesti (infrastrutture pubbliche e private) e del capitale umano (istruzione "pubblica", investimenti formativi "privati" e in R&D). Inoltre, attraendo capitali dall'estero e fronteggiando in questo modo la competizione globale che è tecnologica, culturale e sociale insieme. Ma soprattutto sviluppando produttività cognitiva accelerando i processi di adozione delle innovazioni e facendo circolare meglio i risultati della stessa. Quindi ripartendo dai territori e dalle città come nuove fucine di creatività condivisa e innovazione sociale con politiche industriali locali tra incentivi fiscali, qualità del capital e servizi reali.