Dagli anni Novanta è entrato in uso il termine "criminalità organizzata transnazionale", che rappresenta i gruppi organizzati che internazionalizzano le loro attività criminali con ripercussioni in più di una giurisdizione, al fine di mantenere la permanenza di una o più organizzazioni criminali. Un fattore di criminalità transnazionale è la globalizzazione dell'economia mondiale, una variabile significativa nella nozione di criminalità organizzata transnazionale; la globalizzazione o, come la chiamano alcuni economisti, "integrazione economica internazionale" è stata caratterizzata dalla libera circolazione dei capitali finanziari, dall'internazionalizzazione del commercio e dei mezzi di produzione, dal noto scambio di informazioni, dai trasporti, dal commercio di servizi e dal trasferimento di beni, dall'uso di nuove tecnologie e, con ciò, dal flusso di persone che attraversano le frontiere per stabilirsi in Paesi con maggiore stabilità e opportunità economiche. Di conseguenza, i gruppi criminali locali hanno formato reti criminali ai fini delle loro operazioni criminali che destabilizzano le strutture democratiche dello Stato.