Quando si parla di pensiero "magico" si fa riferimento al pensiero che si contrappone al pensiero "razionale". Tra vari studiosi del pensiero magico in particolare viene ricordato J.Piaget che ha suggerito come questo tipo di funzionamento psichico fosse presente esclusivamente nel bambino, e Lèvy-Bruhl che riteneva che la mentalità prelogica fosse una caratteristica delle popolazioni selvagge, considerate a lungo come inferiori rispetto a quelle civilizzate. Attualmente l'opinione comune riconduce questo forma di pensiero a quelle categorie di persone come i selvaggi, i bambini e i malati psichici (ossessivi), che utilizzano l'aspetto intellettuale solo per esigenze primarie. In realtà spesso e volentieri inconsapevolmente ognuno di noi fa uso di questa forma di pensiero. Infatti come l'autrice ha dimostrato nel contributo di ricerca ampie tracce del pensiero magico si ritrovano anche in età adulta nel nostro contesto socio-culturale.