Quando l'immigrazione si fa familiare
L'istituzionalizzazione del rapporto madri-figli nel sistema (o nelle reti) dell'accoglienza
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Il fenomeno migratorio sta interessando l'Italia da molti anni. La possibilità che dietro ogni individuo possa celarsi una rete familiare non ha prodotto una legislazione adeguata, per far fronte alle difficoltà che nascono nel Paese d'accoglienza soprattutto in una dinamica familiare. La casa, il lavoro, la famiglia, un nuovo Paese in cui vivere, una vita da ricostruire sono solo parte delle difficoltà che le madri devono affrontare. Nel caso delle vittime della tratta, le donne sono chiamate ad un ulteriore sforzo: superare un trauma, quello dello sfruttamento, e dimostrare di essere buon...
Il fenomeno migratorio sta interessando l'Italia da molti anni. La possibilità che dietro ogni individuo possa celarsi una rete familiare non ha prodotto una legislazione adeguata, per far fronte alle difficoltà che nascono nel Paese d'accoglienza soprattutto in una dinamica familiare. La casa, il lavoro, la famiglia, un nuovo Paese in cui vivere, una vita da ricostruire sono solo parte delle difficoltà che le madri devono affrontare. Nel caso delle vittime della tratta, le donne sono chiamate ad un ulteriore sforzo: superare un trauma, quello dello sfruttamento, e dimostrare di essere buone madri. Il sistema assistenziale mostra lacune conoscitive che danno vita a fraintendimenti dalle conseguenze negative, caratterizzato da un'impronta post-colonialista volta a costruire la figura materna. L'affiancamento di un sistema giuridico ancora troppo rigido per dare spazio alle loro storie, costituite da sfumature fatte di violenza, solitudine e difficoltà aumenta il grado di travismenti ed equivoci determinanti in sede di giudizio.
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