Nella maggior parte dei casi, l'azione reale si svolge in una sorda semi-coscienza o inconsapevolezza del suo "significato previsto". L'agente lo "sente" in modo indeterminato piuttosto che conoscerlo o averne una "chiara idea"; nella maggior parte dei casi, agisce in modo istintivo o abituale. Solo occasionalmente e, nel caso di azioni di massa simili, spesso solo in pochi individui, un senso (razionale o irrazionale) dell'azione sale alla coscienza." (WEBER, 2015. p.13). Questo lavoro chiede agli interlocutori la saggezza di riconoscere che non esiste una conoscenza completa dell'oggetto qui studiato, ma piuttosto una concezione del mondo con cui gli agenti possono interagire e che, allo stesso tempo, trasforma l'ambiente sociale condiviso. Non è nostra intenzione produrre qualcosa che appaia come la verità; al contrario, vogliamo raccontare una possibilità che ci permetta di visualizzare le diverse motivazioni che coesistono nella traiettoria di chi condivide il fenomeno, di chi sperimenta la propria angoscia esistenziale e rimane invischiato nel feticcio del mercato: la completezza del sé, l'uguaglianza, l'identità, il corpo idealizzato.