Questo libro prende come oggetto il cinema di Jim Jarmusch, con particolare attenzione ai film Strangers in Paradise (1984), Ghost dog (1999) e Paterson (2016). La nostra categoria analitica è quella del personaggio e ci concentriamo principalmente sulle entità esterne alla finzione. Nel cinema di questo regista audiovisivo, non solo si verifica la presenza massiccia di outsider, e sì, sosteniamo che l'interazione dialogica tra "diversi" guida sia la narrazione che la messa in scena dei vari film, acquisendo un ruolo strutturale. Attraverso un approccio interdisciplinare, affrontiamo le rappresentazioni dell'outsider nel cinema di Jarmusch, la cui opera filmica è ricca in termini di "diversità", il che ci permette di proporre una sistematizzazione delle sottomodalità dell'outsider, dove, tra l'altro, possiamo verificare le approssimazioni tra outsider e canaglia, outsider e furfante, outsider e beatnik, e anche, outsider e poeta. Possiamo notare che l'outsider permea tutta l'opera del regista, nei suoi molteplici aspetti e sfumature, poiché la rappresentazione è meticolosamente eterogenea. Questo outsider va oltre le rappresentazioni mediatiche ordinarie e va ben oltre le opere cinematografiche basate sui cliché della marginalità e della ribellione, con o senza causa.