Parlando del mio paese, questa così bella Repubblica Democratica del Congo, il paese di Patrice Emery Lumumba, uno dei miei amici che mi ha avvicinato, per vedere il mio manoscritto, per leggerlo, per capirlo e per contestualizzarlo mi dirà questo: "Avrei potuto individuarlo prendendo all'inizio solo un soggetto che dicesse forse "Se il popolo congolese potesse guardarsi nel suo proprio specchio, se potesse guardare la dimensione della sua anima, il suo territorio, insomma guardarsi nel suo proprio specchio, sarei molto più a mio agio". Hoo, tu che ci hai dato la speranza attraverso la tua gloria, ci hai servito a costo del nostro egoismo, ci hai assicurato il futuro, ma ahimè, forse abbiamo desiderato distruggerti piuttosto che costruirti, la nostra RDC, la nostra culla, la nostra felicità, abbiamo capito il tuo valore? Capii allora che l'argomento era interessante e che valeva il suo peso in oro per essere sfruttato al massimo per capire questo contrasto che è ancorato nella vita quotidiana del popolo congolese, che ha difficoltà a guardarsi nel proprio specchio, a capire veramente quello che succede sul loro territorio, a impedire che gli spiriti egemonici monopolizzino il loro suolo e sottosuolo...