Il realismo critico (CR) è comunemente noto per la sua apparente e praticabile capacità di combinare e conciliare con successo un'ontologia realista con un'epistemologia relativista/costruttivista. La CR adatta una posizione ontologica realista che stratifica il mondo in reale, effettivo ed empirico e suggerisce che, sebbene il mondo esista, ciò di cui facciamo esperienza è soggetto alla nostra interpretazione. Questo doppio riconoscimento è relativamente nuovo nelle scienze sociali. Inoltre, la CR è un orientamento metodologico post-positivista. Pertanto, può svolgere un lavoro serio e utile nella ricerca sociale, soprattutto in termini di concettualizzazione e conduzione della ricerca qualitativa. La CR permette anche di evitare la "fallacia intellettualistica", considerando cose presumibilmente contraddittorie, come la struttura e l'agency, in termini dialettici, promuovendo un approccio "e-e" piuttosto che un approccio "o-uno". Lo scopo di questo lavoro non è quello di fornire un resoconto esaustivo della CR, ma piuttosto di evidenziare alcune delle sue principali implicazioni filosofiche e metodologiche. Si spera che questo lavoro possa essere un'introduzione alternativa, concisa (e forse amatoriale) alla CR e alle sue implicazioni di ricerca.
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