Il cancelliere, lungi dall'essere un ausiliario passivo, deciso solo a prendere appunti in udienza, possiede conoscenze che possono permettergli di riflettere sui problemi del settore giudiziario e penitenziario da un lato, e di contribuire efficacemente all'elaborazione di soluzioni adeguate dall'altro. Questo lavoro mira a dimostrare che il reinserimento sociale dei prigionieri è lontano dall'essere efficace nella Repubblica del Benin. La specificità qui si osserva attraverso il contributo del cancelliere, che non è un agente del campo penitenziario, ma al quale la legge ha riconosciuto delle attribuzioni in questo campo. Si tratta di un'analisi approfondita delle risorse e delle pratiche testuali per fornire soluzioni a un problema che, in senso stretto, non riguarda il commesso ma, in senso lato, lo sfida. L'ispezione dei testi e delle istituzioni che giustificano l'efficacia di tale politica ha mostrato che c'è un approccio limitato ad essa e il decreto sul regime carcerario non la affronta in modo concreto nella Repubblica del Benin.