L'enciclica Rerum novarum, un punto cardinale nella storia della dottrina sociale della Chiesa cattolica, rimane sempre un prodotto delle priorità e il fermento del suo tempo. Scritta durante un'epoca in cui il socialismo spingeva verso la collettivizzazione della proprietà e dei mezzi produttivi, l'enciclica fissò una forte difesa del diritto di proprietà in quanto diritto naturale e morale e quale condizione necessaria di giustizia; allo stesso tempo, fraintendo la vera natura del liberalismo, rimase molto diffidente - benché in modo meno convincente - verso i mercati e la libertà economica, temi ripresi da alcune encicliche più recenti. I due autori, seguendo due vie diverse, esplorano questi punti di forza e di debolezza dell'enciclica che si conferma una fonte di ricco dibattito.
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