Il progetto è incentrato sull'analisi dell'operato della Società di Patronato per i liberati dal carcere di Saluzzo, come uno degli esempi del modo di elargire la carità a fine '800. Dopo un breve excursus sulla situazione delle opere pie nello Stato liberale, viene presa in esame la legge Crispi,la quale trasformò questi enti in istituti di pubblica beneficenza, riorganizzando tutto il settore assistenziale. Si è potuti così passare all'argomento centrale: nella capitale del Marchesato svolgeva la sua attività la Società di Patronato per i liberati dal carcere, fondata nel 1877 dal sotto-prefetto dell'epoca Luigi Riberi. Fu sicuramente un organismo di riferimento per le necessità dei detenuti della zona e di coloro che uscivano dal carcere una volta scontata la pena. Il primo articolo dello Statuto evidenziava quale fosse il motivo per cui l'istituto era nato: fornire assistenza materiale e morale, ma soprattutto trovare ai liberati un'occupazione. Dalla trattazione emerge quindi il carattere particolarmente innovativo e filantropico dell'ente saluzzese, preso a modello anche da altri istituti.