Santa Maria Apparente, 1849. Ecco il 23 luglio, mia dolcissima e diletta Gigia, ecco compiuto un mese del mio arresto, ecco rinnovellati quei dolori che amareggiarono la nostra prima gioventù. Sopportiamoli con animo forte, e con quel cuore che indurammo a quelle terribili pruove. Noi non abbiamo a vergognare di nulla: questo ci deve confortare sopra ogni altra cosa. Intanto io credo che non mi arrechi vergogna il confessare che io sento profondo dolore essendo lontano da te, cara compagna della vita mia, che dividesti meco qualche raro e modestissimo piacere, ed infinite amarissime sventure. Senza di te io mi sento senza mezzo il cuore;
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