Questo libro parla di Lorenzo Spurio, poeta, saggista, critico, entronauta, facilitatore, operatore culturale, protagonista della stagione culturale che va dal 2010 al 2020; di Lorenzo Spurio sotto la lente d'ingrandimento del gotha della critica letteraria italiana, con i premi e le motivazioni ai premi e con le motivazioni di quell'essere sempre attento ai dettami del cuore, sia come poeta che come lettore di altri poeti. Impressiona, e non poteva essere altrimenti, che in soli dieci anni, Spurio abbia ottenuto il plauso unanime dell'universo letterario nazionale e non solo, abbia saputo cogliere l'attenzione dei grandi delle cose letterarie italiane con un verso desueto, una poesia efficace e perfetta, una prosa avvincente e al contempo introspettiva, una meditazione critica di sicura sostanza storica. Si susseguono, in un decennale incontro tra addetti ai lavori ed estimatori, le analisi di un cammino che miete riconoscimenti ovunque, consensi per una capacità innata di dire la parola letteraria nelle sue forme più varie. Difficile enumerarli tutti, ma Dante Maffia, Corrado Calabrò, Bàrberi Squarotti, Antonio Spagnuolo, Amedeo Di Sora, solo per dirne alcuni, danno vita a un coro di apprezzamenti unanime e meravigliato (e che meraviglia), che passa da ponderosi saggi critici a lettere di sapore intimo e colloquiale, con le prefazioni e le recensioni che sviscerano un percorso fatto di empatia assoluta nei confronti della parola letteraria. Lorenzo Spurio è capace di "rivelar la bellezza", cammino arduo e difficile di cui si fa alfiere e profeta. (Dalla Prefazione di Massimo Pasqualone)
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