Fu durante il periodo romantico che la scienza non solo iniziò a fiorire, ma fu anche resa più accessibile a un pubblico più vasto. I filosofi naturali spiegavano i cieli, ipotizzavano una storia della Terra molto più lunga di quella ammessa dal cristianesimo e scoprivano nuovi elementi e gas in rapida successione. Non sorprende quindi che anche l'intellighenzia letteraria dell'epoca abbia iniziato a includere sempre più spesso il pensiero scientifico nei propri testi. Questa tesi si concentra sulle opere di Erasmus Darwin (Il giardino botanico), Mary Shelley (Frankenstein) e Percy Bysshe Shelley (Queen Mab e Prometheus Unbound) per discutere il loro utilizzo della scienza per raggiungere obiettivi più sociali - dal pensiero industriale di Erasmus Darwin al femminismo di Mary Shelley e ai sogni di rivoluzione politica e di sconfitta del dispotismo di Percy Shelley. Il pensiero scientifico evidente nella letteratura dell'epoca offre una prospettiva storica di come il più grande progresso della conoscenza umana dai tempi dell'Illuminismo abbia influenzato profondamente coloro che ne sono stati testimoni e, inoltre, di come la scienza, e la letteratura che l'ha rappresentata, siano state viste come pericolosamente radicali.