Il presente libro si propone di definire la traduzione di un'opera letteraria come rifrazione semiotica alla luce della semiotica di C.S. Peirce, della nozione di rifrazione di André Lefevere e della teoria dell'opera letteraria di Roman Ingarden. Il punto di partenza di queste considerazioni è la problematicità del concetto di equivalenza traduttiva. Un necessario riesame del concetto di significato porta a una rivisitazione teorica delle origini e delle funzioni di base del linguaggio. La relativa categorizzazione dell'universo e della creazione di significato viene considerata alla luce della semantica cognitiva e della semiotica peirceana. La definizione di traduzione che ne deriva in termini di rifrazione semiotica permette di rivelarla come processo ed effetto di rappresentazione e trasformazione semiotica. Il processo di traduzione che comprende l'interpretazione e la traduzione vera e propria viene esaminato da un punto di vista semiotico come semiosi cognitiva e traduttiva rispettivamente, il cui culmine è una creazione sostanzialmente nuova - di fatto una doppia rifrazione.
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