Riflettere sull'anadiplosi "dire per significare, significare per dire" apre la strada al modo in cui la semiotica determina l'apparizione congiunta di una forma di contenuto e di una forma di espressione (Jean-Michel Adam, 1976). Questa concatenazione sintagmatica potrebbe essere vista subito come un semplice gioco di parole, ma è necessario guardare a un vasto universo in cui i segni linguistici tessono le loro reti di significato e di significati. Attraverso la sequenza "dire per significare, significare per dire", si tratta di considerare il discorso in generale, e quello letterario in particolare, come una totalità significante, che si dà come primo oggetto una grammatica che ne permette l'analisi. In questo caso specifico, si tratta di muoversi costantemente tra la dimensione esplicita e quella implicita, connotativa e denotativa del discorso per determinare l'obiettivo dell'interlocutore o il significato reale dell'idea espressa.