Un'introduzione alla lettura dell'estetica di Hegel che la pone sotto una luce completamente diversa rispetto al consueto. Facendo leva proprio sulla sezione delle Lezioni di estetica hegeliane solitamente più trascurata, quella dedicata al Simbolico, scopriamo infatti uno Hegel tutt'altro che devoto dell'arte classica, imprevedibilmente aperto verso esperienze artistiche lontane dalla nostra tradizione, acutamente preveggente dell'inesauribile espansione della libertà dell'arte e dell'artista nel tempo a venire, e soprattutto ci imbattiamo in inaspettate tensioni e rovesciamenti della teoria dell'arte da lui formulata. Da queste pagine, che utilizzano in grande misura le nuove edizioni delle Lezioni di estetica uscite negli ultimi quindici anni in Germania, e presentano quindi fondamentali novità anche sul piano testuale, ricaviamo un'immagine imprevedibilmente viva e stimolante di una filosofia della quale pensavamo che tutto fosse già stato detto.
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