I "Sonetti lussuriosi" sono per eccellenza il libro maledetto di Pietro Aretino. Oggetto di una distruzione sistematica dopo che tutta l'opera dell'autore era stata messa all'indice dei libri proibiti, si diffusero in edizioni clandestine sempre più corrotte e contaminate di testi spurii, tanto che ancora oggi si continuano a stampare repliche indegne. La nuova edizione critica riveduta e corretta tiene conto di un manoscritto finora inedito e di una nuova datazione dell'editio princeps (non 1527 ma 1537). Ricostruisce la storia del testo, liberandola da tutti i cascami leggendari che si sono…mehr
I "Sonetti lussuriosi" sono per eccellenza il libro maledetto di Pietro Aretino. Oggetto di una distruzione sistematica dopo che tutta l'opera dell'autore era stata messa all'indice dei libri proibiti, si diffusero in edizioni clandestine sempre più corrotte e contaminate di testi spurii, tanto che ancora oggi si continuano a stampare repliche indegne. La nuova edizione critica riveduta e corretta tiene conto di un manoscritto finora inedito e di una nuova datazione dell'editio princeps (non 1527 ma 1537). Ricostruisce la storia del testo, liberandola da tutti i cascami leggendari che si sono accumulati nel tempo, a partire dalla prima idea, che nasce nel 1525 da una sorta di commento poetico a 16 incisioni erotiche di Marcantonio Raimondi (su disegni di Giulio Romano), alla prima edizione del 1537, interamente perduta, fino alla sola cinquecentina di cui ci sia pervenuto un esemplare, purtroppo corrotto e mutilato, che si cerca di sanare e integrare sulla scorta della tradizione ulteriore.Hinweis: Dieser Artikel kann nur an eine deutsche Lieferadresse ausgeliefert werden.
Nato ad Arezzo nel 1492, Pietro Aretino non si denominò mai col suo patronimico ma sempre col nome della sua città. Della sua infanzia quasi nulla è noto, ma si sa che nell'adolescenza visse e a Perugia sia per frequentare l'università sia per studiare pittura, e come pittore si firmò per qualche tempo. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons. Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525 viene accoltellato da un sicario del monsignore. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza, l'unica, a detta di lui, totalmente opposta a Roma, sede di tutti i vizi. Qui scrisse e diede alle stampe la maggior parte delle sue opere e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.
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