In questa ricerca, si evince che l¿utilizzo di uno pseudonimo è sempre dettato da un disagio, qualsiasi natura esso abbia. Ciò che psicologicamente emerge in quest'opera, è una infinita lotta estenuante tra le più personalità che vivono nel medesimo personaggio. Una situazione complessa, un non saper vivere il proprio tempo, l¿incapacità oggettiva di esprimere le proprie idee, i propri dinieghi, o semplicemente il proprio assenso, ha tracciato un profondo solco nella psiche degli autori, ed il creare personalità parallele, concentrando tutto il proprio malessere su di essi, ha lasciato loro un barlume di luce, una speranza di normalità effimera. Vivere sotto mentite spoglie è, per loro, una soluzione liberatoria, un suicidio psicologico, l¿annientarsi per dar vita a chi sia in grado di godere a pieno, tutto ciò che lo circonda, affetti, relazioni o, semplicemente, il restare immobili su di una spiaggia ad osservare il tramonto e goderselo, senza altri pensieri ad affollare il suo caos, la sua mente; perché la difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie.