"Spiegare l'ovvio" è uno studio della cognizione razionale legata alle impressioni sensoriali e indipendente dal linguaggio. La consapevolezza senza parole è solitamente data per scontata senza alcuna attenzione specifica alla struttura cognitiva sottostante. Wittgenstein, nel suo "Tractatus logico-philosophicus", descrivendo l'immagine come un tipo di cognizione accessibile dal sistema linguistico e logico, negava senza mezzi termini che il significato potesse essere diverso da quello linguistico. Al contrario, il presente libro mette in luce due qualità delle immagini visive, illustrando una profonda differenza tra l'immagine e il linguaggio come sistema e sotto il profilo strutturale e funzionale: In primo luogo, quando si assiste a un'immagine visiva e le si attribuisce un significato, solo se stessi diventano consapevoli del significato risultante. Si tratta di una cognizione interiore, non di una comunicazione. In secondo luogo, le immagini visive appaiono come una superficie estesa, spaziale e contemporaneamente multidimensionale, in contrasto con il linguaggio che è digitale e lineare nel tempo. Le manifestazioni artistiche, siano esse arte pittorica o musica, nascono indipendentemente dal linguaggio e devono essere espressive di un significato che va oltre le rappresentazioni verbali.