Sulle orme quasi invisibili delle ONG non è una convocazione sul banco degli imputati per mettere sotto processo le organizzazioni di sviluppo. È un invito all'introspezione, una riflessione profonda sul modo in cui le ONG operano, gli approcci e le strategie che hanno usato fino ad ora. È il punto di vista di un uomo che è stato quasi formattato dalle ONG, che guarda nello specchietto retrovisore e si pone domande su ciò che abbiamo fatto, come lo abbiamo fatto? Con chi l'abbiamo fatto? Quali risultati abbiamo ottenuto? Che posto aveva la cultura nei nostri approcci? Qual è il posto delle potenzialità e delle risorse endogene delle comunità? Quali lezioni possiamo imparare da questa esperienza? In che misura le organizzazioni hanno tenuto conto di ciò che hanno trovato sul terreno? Questo libro è quindi un invito a tutti coloro che sono interessati alla vita e al lavoro delle ONG, agli atteggiamenti degli operatori dello sviluppo e alla natura delle comunità.