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L'analisi dell'attività cerebrale registrata sullo scalpo, sia EEG che in risposta a stimoli sensoriali, si è rivelata problematica per i ricercatori in termini di identificazione e analisi delle componenti in risposta agli stimoli sensoriali. Ciò è dovuto al livello relativamente alto dell'attività EEG di fondo, che fornisce un basso rapporto segnale/rumore, e all'elevata variabilità dei singoli processi di risposta in termini di latenze e ampiezze. L'approccio più comune allo studio dell'attività EEG in risposta a stimoli ripetuti è quello di utilizzare potenziali evocati (EP) mediati. Questo metodo contribuisce alla perdita di informazioni preziose e probabilmente contiene informazioni importanti sulla funzione cerebrale, e non dovrebbe essere ignorato per gruppi o patologie diverse. Una nuova tecnica si basa sull'analisi della frequenza dell'EEG e degli EP. Tuttavia, anche questa può essere problematica per quanto riguarda l'attività cerebrale corticale in momenti specifici, poiché l'aspetto temporale-integrativo di questa forma di analisi non affronta le variazioni da un processo all'altro, proprio come la tecnica utilizzata per la media convenzionale. Per superare questi problemi, in questo laboratorio sono state sviluppate nuove tecniche.