Gabriele D'Annunzio pubblicò la raccolta di racconti "Terra vergine" nel 1882. A questa prima raccolta seguirono nel 1884 "Il Libro delle vergini" e nel 1886 "San Pantaleone"; le tre raccolte furono riunite poi nel volume "Le novelle della Pescara". In "Terra vergine", D'Annunzio descrive situazioni e vicende dei primitivi d'Abruzzo, prendendo come modelli i primitivi in "Vita dei campi" di Verga, ma insistendo sui colori paesaggistici e non trascurando l'uso più volte della citazione dialettale. Come già fu per l'ispirazione carducciana di "Primo vere", la sua prima raccolta di novelle si ispirò al modello di maggior fama di quegli anni, quello verista del Verga, appunto, ma all'imitazione aggiunse la sua invenzione personale. A sottolineare la distanza che separa l'operazione dannunziana da quella verghiana è nel libro il fascino sensuale per una Natura ancestrale ed ignota e lo stile letterariamente sostenuto.
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