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Nelle memorie bibliografiche sul Baluchistan nel diciannovesimo secolo, ho ritrovato una traduzione italiana del testo di Henry Pottinger, primo esploratore, in età moderna, delle regioni fra l India e la Persia che furono definite terrae nullius dalla cartografia dell epoca. Il presente studio è il risultato di una rilettura di una ricerca condotta attraverso un mondo non solamente ancora non noto, e per questo considerato esotico, misterioso, nel quale perdersi, e forse morire, ma un mondo privo di definizioni territoriali e di confini politici. Ho voluto ripercorrere queste prime…mehr

Produktbeschreibung
Nelle memorie bibliografiche sul Baluchistan nel diciannovesimo secolo, ho ritrovato una traduzione italiana del testo di Henry Pottinger, primo esploratore, in età moderna, delle regioni fra l India e la Persia che furono definite terrae nullius dalla cartografia dell epoca. Il presente studio è il risultato di una rilettura di una ricerca condotta attraverso un mondo non solamente ancora non noto, e per questo considerato esotico, misterioso, nel quale perdersi, e forse morire, ma un mondo privo di definizioni territoriali e di confini politici. Ho voluto ripercorrere queste prime testimonianze di esplorazioni per provare a riflettere lo sguardo e per tentare di camminare ancora tra i sentieri della ricerca storica alla luce delle complessità metodologiche. Si tratta di una traduzione di un testo dal titolo Travels in Beloochistan and Sinde pubblicato, sotto forma di diario, a Londra nel 1816. Il Baluchistan era totalmente sconosciuto agli europei poiché le ultime testimonianzerisalivano al tempo di Alessandro Magno.
Autorenporträt
Beatrice Nicolini si è laureata in Scienze politiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano dove insegna Storia e istituzioni dell¿Africa nella facoltà di Scienze politiche e sociali. Si occupa di storia dell'oceano Indiano occidentale e ha al suo attivo circa cento pubblicazioni, la maggioranza su riviste internazionali.