Il ritmo accelerato dello sviluppo economico-sociale porta lo strumento militare nella sua bandoliera, quello con cui ogni tanto inverte i tempi, condivide metodi e scambia ruoli. Se la Guerra Fredda ci ha mostrato che era possibile distruggere l'umanità attraverso le armi nucleari, i decenni dopo la caduta della cortina di ferro sono arrivate con versioni distillate per riorganizzare il potere nel quadro internazionale. Questo fenomeno porta con sé sviluppi dei quadri interni di manifestazione degli stati, quelli di alcuni agenti economici che spesso eccedono la potenza economica di alcuni paesi, nonché una feroce competizione tra le potenze che perseguono uno status globale o regionale. Lungi dall'essere fair play, la competizione insinua e avvia addirittura un'uscita dall'immagine dell'essere umano, colui che è fatto costruire un alter ego con caratteristiche tecniche apparentemente progettate per il suo bene.