Nel trattamento primario delle acque reflue, esistono due processi interconnessi: la coagulazione e la flocculazione, il cui scopo è ridurre il carico di torbidità, per il quale vengono utilizzati additivi chimici chiamati coagulanti. L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di determinare le dosi ottimali e confrontare l'efficienza di rimozione della torbidità e la variazione del livello di pH tra un coagulante chimico, il solfato di alluminio, e un biocoagulante ottenuto dai resti di tamarindo. Per valutare i parametri di torbidità e pH, i campioni sono stati sottoposti al jar test per rappresentare le fasi di coagulazione e flocculazione. Per entrambi i trattamenti sono state utilizzate tre repliche con concentrazioni di 5, 10 e 15 ml. I risultati ottenuti per la rimozione della torbidità sono stati a favore del coagulante chimico con un margine di differenza del 40%. Per quanto riguarda la variazione del pH, è risultata a favore del biocoagulante con una tendenza alla neutralizzazione. Per quanto riguarda il Tamarindus indica, le prestazioni sono migliori con una dose di 10 ml e per il solfato di alluminio con un'applicazione di 15 ml.