Il fegato e la milza rappresentano gli organi addominali più frequentemente interessati da lesioni a seguito di traumi chiusi. L'impiego estensivo dell'ecografia e della TAC nella valutazione del traumatizzato ha consentito di identificare numerosi quadri lesionali in precedenza non noti in quanto clinicamente silenti nelle fasi iniziali, ma talvolta responsabili di gravi evoluzioni a distanza. Attualmente (1,2) l'incidenza nel traumatizzato di lesioni di fegato e milza riportata in letteratura è intorno al 5% per ciascuno dei due organi. In passato il riscontro di una lesione epatica o splenica rappresentava quasi invariabilmente un'indicazione al trattamento hirurgico (3,4,5,6,7,8,9,10,11). L'elevata mortalità degli interventi resettivi per trauma epatico, il riscontro di problematiche immunologiche con maggior suscettibilità ad infezioni da germi capsulati a seguito di splenectomia (12), la disponibilità di tecniche di imaging sempre più precise e, recentemente, l'applicazionedi metodiche di radiologia interventistica, hanno portato nell'arco degli ultimi 20 anni ad una evoluzione dei concetti di trattamento di queste lesioni.
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