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Nel primo dopo-guerra cambiava l'Italia e, appresso, a suo modo, cangiava pure Catanzaro piccolo centro antico, da secoli capoluogo della Calabria. Fra le più povere dell'intera penisola, la città restava, arroccata su "tre colli", a poca distanza dalla costa jonica. Mortificata e martoriata dalle rovine provocate dal conflitto ai forestieri, e forse più a chi l'abitava, appariva come il classico nido d'aquile. Accomodati, intorno ai tavolini rotondi, del Caffè Centrale, a pochi metri dal gran bancone ligneo istoriato, o seduti, lungo quelli disposti sul marciapiede di Corso Mazzini, gli…mehr

Produktbeschreibung
Nel primo dopo-guerra cambiava l'Italia e, appresso, a suo modo, cangiava pure Catanzaro piccolo centro antico, da secoli capoluogo della Calabria. Fra le più povere dell'intera penisola, la città restava, arroccata su "tre colli", a poca distanza dalla costa jonica. Mortificata e martoriata dalle rovine provocate dal conflitto ai forestieri, e forse più a chi l'abitava, appariva come il classico nido d'aquile. Accomodati, intorno ai tavolini rotondi, del Caffè Centrale, a pochi metri dal gran bancone ligneo istoriato, o seduti, lungo quelli disposti sul marciapiede di Corso Mazzini, gli addetti alla informazione, pressoché acchitati di una pretenziosa ma sobria eleganza, erano soliti ciarlare d'idee, notizie e pettegolezzi. Un giorno qualcuno servì un caffè al grande inviato Indro Montanelli e lui, trattato alla stregua del "fesso che ha pagato" ricambiò, a suo modo, quei bischeri dei colleghi di provincia, offrendo calici di Brunello di Montalcino e un formidabile, quanto imprevedibile "canard".
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