Nel testo viene presentata la prima fase di un progetto di ricerca-intervento svolta presso la comunità di Longarone che si è trovata a celebrare l'anno giubilare della tragedia del Vajont. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di promuovere la vivibilità dei legami comunitari e il benessere della popolazione entro un contesto che risente di divisioni e conflitti a 50 anni di distanza dalla catastrofe: come conciliare il dovere del ricordo con l'esigenza di chi desidera solo l'oblio? Sessantatré soggetti sono stati coinvolti per tratteggiare un profilo della comunità, nei suoi aspetti storici, antropologici, psicosociali e relativi al futuro, attraverso la conduzione di interviste individuali, focus groups, photovoice e la somministrazione di un questionario. Dalla comparazione di una pluralità di punti di vista (istituzioni e cittadini, sopravvissuti e superstiti, autoctoni e immigrati, nuove e vecchie generazioni) è emersa la comune percezione di una comunità frantumata, caratterizzata da divisioni e da un basso senso di comunità. L'eco di quella tragica notte rende ancora assordanti le voci di chi vuole imboccare la strada della memoria e della riconciliazione.