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Liberamente ispirato al Darab Nameh di Abū Tahereh al-Tarsūsī (XII secolo). Il Darab Nameh è una storia di donne. È un romanzo in prosa di lingua persiana, composto probabilmente nel XII secolo. Fino ad ora tradotto integralmente solo in russo. Una girandola inconsueta di persiane, romane, greche, abissine, indiane, filosofe e schiave, regine e consigliere, guerriere e amanti; un mélange di epica iranica, tradizione alessandrina, influenze ebraiche ed ellenistiche, gioco di specchi e caleidoscopio di percorsi narrativi. Una catena femminile persiana di trasmissione del potere che accoglie…mehr

Produktbeschreibung
Liberamente ispirato al Darab Nameh di Abū Tahereh al-Tarsūsī (XII secolo). Il Darab Nameh è una storia di donne. È un romanzo in prosa di lingua persiana, composto probabilmente nel XII secolo. Fino ad ora tradotto integralmente solo in russo. Una girandola inconsueta di persiane, romane, greche, abissine, indiane, filosofe e schiave, regine e consigliere, guerriere e amanti; un mélange di epica iranica, tradizione alessandrina, influenze ebraiche ed ellenistiche, gioco di specchi e caleidoscopio di percorsi narrativi. Una catena femminile persiana di trasmissione del potere che accoglie influenze linguistiche greche, registra voci africane e, non si limita a prestare la sua voce a una tradizione ma rielabora e intreccia storie seguendo un progetto complesso e raffinato. Una storia scritta in una regione e in un periodo, il XII secolo della seconda Crociata, in cui le regine abbondano: da Eleonora d'Aquitania a Melisenda di Gerusalemme, che succede al padre Baldovino II e alla morte del marito non diventa reggente di suo figlio Baldovino III, ma esercita l'autorità che le spetta per diritto ereditario e legge civile. Con loro Zoe e Teodora di Bisanzio, sorelle regnanti, e poi Tamara Bagratian di Georgia re dei re e regina delle regine, che fu eccellente sovrana e comandante di eserciti, santa per la chiesa ortodossa georgiana. Senza contare che la storia aveva già preso nota, all'epoca, di Maqeda/Bilqis regina di Saba, e di Zenobia Settimia, che Palmira ricorda. Il Darab Nameh è una storia di donne, lo abbiamo detto, e le Storie vanno soprattutto narrate, altrimenti muoiono. A volte si addormentano per risvegliarsi nelle situazioni più impensate e finisce che le ritroviamo dentro di noi. Le storie sono potenti: addolciscono gli animi, guariscono gli ammalati, spiegano la vita. Abbiamo bisogno di storie, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo. Buona lettura.