La fatica correlata al cancro è un sintomo biopsicosociale debilitante e sfaccettato sperimentato dai sopravvissuti al cancro, che inizia dopo la diagnosi e persiste a lungo dopo la fine dei trattamenti, anche quando il cancro è in remissione. La fisiopatologia eziologica alla base della CRF è multifattoriale: disregolazione dello stato omeostatico delle citochine, irregolarità nella funzione neuromuscolare, espressione genica anomala, sintesi inadeguata di ATP, disregolazione della serotonina, attivazione anomala del nervo afferente vagale, una serie di meccanismi psicosociali, tra cui l'autoefficacia, le attribuzioni causali, l'aspettativa, il coping e il supporto sociale. Un primo passo importante nella gestione della CRF è l'identificazione e il trattamento delle comorbilità associate: anemia, ipotiroidismo, dolore, stress emotivo, insonnia, malnutrizione e altre condizioni comorbili. La gestione clinica di queste condizioni non è necessariamente in grado di alleviare la CRF per una percentuale significativa di sopravvissuti al cancro; può essere necessario intervenire con modalità terapeutiche aggiuntive. Le linee guida NCCN raccomandano l'attuazione di interventi comportamentali integrativi non farmacologici per una gestione efficace della CRF.